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18/11/2007
«Efficienza e competitività? Le Bcc rispondono con l’organizzazione»
Parla il presidente della Federazione regionale delle Banche di credito cooperativo
Del Negro: abbiamo riempito spazi creati dalla scomparsa di banche locali

Miriamo a rafforzare le relazioni esistenti con i nostri target: le famiglie e le Pmi

Con la Regione abbiamo una naturale condivisione di obiettivi e interessi in ragione del radicamento sul territorio della nostra presenza

Il progetto del genoma della vite che abbiamo sostenuto è il primo in assoluto finanziato più dai privati (al 57%) che da istituzioni pubbliche

Una ricerca Eurisko ha confermato che abbiamo performance migliori


di RENATO D’ARGENIO

UDINE. Martedì scorso, all’inaugurazione della nuova sede regionale di Confcooperative, il presidente della Regione, Riccardo Illy, ha evidenziato il ruolo delle Banche di credito cooperativo nella crescita economica del Friuli Venezia Giulia. Non solo il 17,9% del mercato, ma soprattutto la volontà di incidere sullo sviluppo. Presidente Del Negro, cosa sono oggi le Bcc e dove vogliono arrivare nei prossimi anni?
«Le Bcc dal 2000 a oggi sono cresciute dell’80% nei crediti erogati, del 44% nella raccolta diretta, del 33% negli sportelli e del 15% dei dipendenti. Quote di mercato del 22% negli sportelli, del 18% sulla raccolta del 35% nel credito agevolato. Numeri significativi, che possono ancora crescere, nonostante la crescente pressione concorrenziale. Basti pensare che, a livello di sportelli, il Fvg è la più internazionale d’Italia, con quasi il 60% della rete di filiali in mano a gruppi di livello europeo.
Il vostro obiettivo principale, dunque, qual è?
«Il consolidamento delle relazioni con i nostri target di clientela: famiglie e piccole e medie imprese. Già ora 1 cittadino regionale su 5 è nostro cliente.
Lei ha parlato di concorrenza forte. Come la contrastate?
«Alle fusioni e aggregazioni dei grandi gruppi bancari, noi rispondiamo con una formula organizzativa peculiare che salvaguarda l’autonomia delle singole banche, in un sistema nazionale coeso. La nostra risposta alla sollecitazione dell’efficienza e della competitività è quindi il “fare rete”, formula attraverso la quale anche le piccole imprese riescono a essere “grandi”. Senza perdere le proprie caratteristiche distintive».
Radicamento sul territorio e rapporto diretto con il cliente: vale ancora?
«Certo. Lo dimostrano i numeri. La progressiva scomparsa delle banche locali, avvenuta in questi anni, ha lasciato ancora più spazio alle Bcc, che si sono dimostrate efficaci nell’offrire un servizio anche in zone dove altri non hanno convenienza a operare. Un’ulteriore conferma del nostro “profilo” di banche differenti, arriva da un’indagine di mercato condotta da Eurisko quest’anno, dalla quale emerge che le Bcc regionali presentano performances migliori rispetto alle altre banche. La ricerca si è sviluppata su un campione misto, composto sia da clienti sia da non clienti delle Bcc, due categorie che hanno riconosciuto, entrambe, il forte legame con il territorio e il ruolo strategico di queste banche nell’ambito delle iniziative a favore della collettività. La nostra identità è un fattore competitivo che sta alla base del nostro successo».
Sono in vista nuove fusioni fra Bcc?
«Non mi sento di escluderlo a priori. Nel senso che ognuna delle 16 Bcc regionali è libera di decidere autonomamente e, quindi, potrebbe accadere che tra istituti decidano di unire le forze».
E nuove alleanze?
«Attraverso la Federazione nazionale, stiamo lavorando alla realizzazione del nuovo Fondo di garanzia istituzionale (Fgi), strumento nevralgico nel processo di monitoraggio e gestione dei rischi, nonché di accreditamento del sistema Bcc. Il nuovo Fondo, reso possibile dal “sistema a rete” che le Bcc si sono date, sarà a complemento delle tutele già previste dal Fondo di garanzia dei depositanti e, nel solo specifico delle Bcc, dal Fondo di garanzia degli obbligazionisti. Si tratta di uno strumento innovativo per il sistema bancario italiano».
Il presidente Illy nei giorni scorsi ha detto: presto le Bcc saranno in Mediocredito. Sono anni però che se ne parla senza grossi risultati. Crede sia davvero la volta buona?
«Con la Regione abbiamo una naturale condivisione di obiettivi e interessi in ragione del radicamento sul territorio e della capillarità della nostra presenza. La Regione ha continuato a riservare alle Bcc attenzioni coerenti al valore assunto dal nostro sistema. Questo ha consentito di consolidare ulteriormente il rapporto di stretta collaborazione che già prima esisteva. Penso soprattutto alle azioni per favorire l’accesso al credito ai lavoratori precari, attraverso un Fondo di garanzia, dotato di un plafond di 10 milioni di euro. Oppure alla nostra partecipazione all’aumento di capitale di Friulia, progetto nel quale abbiamo creduto e partecipato fin da subito, rappresenta un modello innovativo di “corporate governance” mista pubblico-privato, con un intervento significativo: 19 milioni».
Basilea 2, se mi passa la battuta: soldi facili alle società sane, soldi difficili a chi ne ha veramente bisogno.
«La relazione tra Bcc e piccole medie imprese, nostro interlocutore primario, uscirà rafforzata dopo Basilea 2, perchè le Bcc, continueranno a svolgere la loro funzione creditizia con maggiore slancio. La patrimonializzazione delle Bcc è molto consistente e le analisi sin qui condotte evidenziano una maggior capacità di concedere credito in seguito all’entrata in vigore delle normative sull’adeguatezza del capitale. Consapevoli peraltro della difficoltà che le regole di Basilea avrebbero potuto creare, dal punto di vista organizzativo e gestionale alle Pmi, le Bcc hanno messo a disposizione delle aziende “InfoBasilea”. Un test che permette all’impresa di prendere confidenza con il metodo di valutazione del rischio adottato dal Credito Cooperativo».
Le piccole e medie imprese sono l’interlocutore privilegiato delle Bcc. Può delineare gli interventi nei confronti di queste realtà?
«Il ruolo delle Bcc per lo sviluppo dell’imprenditoria regionale è stato ed è determinante: 3 miliardi 764 milioni di impieghi al 30 giugno scorso (+10% nei 12 mesi), rappresentano una quota di mercato del 14,3% che diventa il 20% nei rapporti con le imprese minori. Nel 2006, per la prima volta, le Bcc regionali, con Agrileasing, si sono aggiudicate il primato regionale tra gli operatori di settore, con oltre 100 milioni di contratti stipulati, e nessuno di importo rilevante. Significativo e da sottolineare il ruolo delle Bcc nei crediti agevolati alle imprese, superiore al 30%».
Particolarmente importante è anche il vostro impegno nel sociale.
«Oltre 4.100 iniziative sostenute direttamente dalle singole Bcc, per quasi 3,3 milioni di euro in erogazioni liberali, testimoniano l’attenzione delle Bcc per le tematiche sociali, con una capillarità di interventi distribuita su tutti i settori. Dal Bilancio sociale aggregato risulta che le Bcc hanno contribuito a creare ricchezza - valore aggiunto - per 195 milioni di euro, ripartiti tra i diversi portatori di interessi: soci, pubblica amministrazione, comunità locale, collaboratori. Abbiamo avviato il Progetto energie rinnovabili e Le Bcc incontrano la scuola, organizzata con Confcooperative: un progetto giunto alla sesta edizione e che ha promosso i valori cooperativi delle Bcc in oltre 100 classi, coinvolgendo quasi 2.000 alunni».
Sempre più stretta la collaborazione con tutto il mondo dell’istruzione e della ricerca.
«Fra le tante iniziative in corso, una delle più innovative dal punto di vista dei contenuti finanziari, è senza dubbio quella a sostegno del progetto del sequenziamento del Genoma della Vite (1 milione e 400 mila euro), che proietta il Friuli Vg e le sue strutture di ricerca scientifica ai vertici nazionali. È il primo progetto in assoluto nel quale il fabbisogno finanziario è coperto dai privati per il 57%, con un merito ulteriore: quello della vite è il primo genoma sequenziato senza il supporto degli Stati Uniti, Paese che in questo campo è leader assoluto. Con la facoltà di Economia abbiamo attivato il master di 1° livello per Operatore bancario, partito lo scorso ottobre, e rivolto ai laureati triennali in Banca e Finanza».

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IDENTIKIT

Italo Del Negro, nato a Basiliano 67 anni fa, sposato e padre di due figli, è presidente della Federazione delle Banche di credito cooperativo dal 1996. La Federazione del Friuli Venezia Giulia è composta da 16 banche e 203 sportelli. Si tratta del 22% dell’intera rete bancaria regionale, prima realtà in Fvg per presenza sul territorio. Gli sportelli delle Bcc sono infatti presenti in 140 comuni e in 29 di questi, tutti sotto i 3 mila abitanti, sono l’unica presenza bancaria.
La quota di mercato è del 17,9% (22% negli sportelli, del 18% sulla raccolta del 35% nel credito agevolato), mentre il numero di soci è di 40 mila. I clienti delle Banche di credito cooperativo sono 300 mila, serviti da 1.300 dipendenti. La raccolta globale è di 6 miliardi 916 milioni; quella diretta è di 4,47 miliardi (l’8,1%); mentre la raccolta indiretta è di 2 miliardi 446 milioni (il 12,7%). Gli impieghi delle Bcc superano i 3 miliardi 760 milioni e il patrimonio è di 650 milioni. Importanti anche gli investimenti nel sociale: 3 milioni 300 mila per un totale di 4.100 interventi mirati. Altri 2 milioni circa sono i fondi investiti nella ricerca e nell’istruzione.