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03/07/2011
Graffi Brunoro (Bcc): «L’occupazione ancora non riparte»
Bilancio del presidente delle banche di credito cooperativo «C’è una fascia di persone che non è reintegrata al lavoro»

È appena stato confermato, per altri tre anni, alla guida della Federazione delle Bcc del Friuli Venezia Giulia. È il secondo mandato per Giuseppe Graffi Brunoro, 48enne commercialista udinese, alla guida di 15 banche, 226 sportelli in 141 Comuni; una Federazione che conta 52.212 soci e 1.455 dipendenti. Presidente, come sta la Federazione? «Tenuto conto del contesto non posso che essere moderatamente soddisfatto: il sistema tiene e il modello del credito cooperativo dimostra la sua bontà. Teniamo sulla raccolta (7,9 miliardi; lo 0,95% in più rispetto al 2009) in un momento in cui e già un bel risultato tenere. Cresciamo sugli impieghi (5 miliardi; più 6,38%); così come crescono del 4,51% la raccolta indiretta (2,4 miliardi) e del 2,98% la massa operativa (12,9 miliardi). Ovviamente, tutto questo ha comportato il prezzo della coerenza: importanti rettifiche sui crediti che hanno sacrificato il risultato economico». A quanto ammontano? «Novanta milioni negli ultimi cinque anni». Siete anche la prima realtà regionale per presenza sul territorio. «Siamo ormai un elemento importante del sistema bancario del Friuli Venezia Giulia. Ne siamo orgogliosi, ma sentiamo il peso della responsabilità». In che senso? «In questi anni si è data molta importanza alla componente impieghi, mettendo in secondo piano l’altra metà del mestiere di una banca: quella di garantire il risparmio delle famiglie; la gestione in assoluto equilibrio tra rischio e rendimento. La vecchia custodia intelligente di risparmi». Qual è la situazione economica in regione? «Il 2011 non è molto diverso dal 2010. È vero che c’è qualche accenno di sole, ma sono sprazzi che non fanno estate. Restano nuvoloni all’orizzonte di cui non possiamo non tenere conto, a cominciare dal sistema Ue e dagli sconquassi sui mercati generati dalla crisi greca. Il problema maggiore, a livello locale – e non solo – è quello occupazionale: il lavoro non riparte. Siamo preoccupati per le famiglie: ci sono molte persone in Cassa integrazione da due anni che non hanno ancora un lavoro alternativo. E c’è una fascia di 40-50enni che non riesce a riconverstirsi. La Conferenza sulla povertà organizzata a Udine ha messo in evidenza numeri preoccupanti». Vuole essere un rimprovero alla Regione? «Assolutamente no. La Regione ha messo in piedi un percorso di riconversione delle competenze che, però, è appena iniziato e i cui frutti, se ci saranno, si vedranno fra un po’». Si fanno ancora mutui? «Sì. Sono quasi il 70 per cento dei nostri impieghi. Probabilmente si stipulano meno contratti per la casa e più per l’azienda ma gli impieghi restano elevati». Se dovesse dare un consiglio: tasso fisso o tasso variabile? «Un buon tasso variabile e sempre da preferirsi in questo momento. Il tasso fisso incorpora molti costi in più ed è almeno un punto e mezzo superiore al variabile. Un punto e mezzo vuol dire almeno tre anni “sotto” l’attuale tasso fisso». La Federazione delle Bcc ha il 5% di Mediocredito: qual è la vostra idea sulla banca della Regione? «Dev’essere un istituto in grado di affiancare le banche del territorio in quello che è il sostegno alle imprese. I nostri istituti possono mettere a disposizione del Mediocredito la rete commerciale e le conoscenze, il Mediocredito deve mettere a disposizione il patrimonio e il know how di competenze specialistiche che nel tempo ha generato. Un gioco di squadra che ci consente il frazionamento del rischio». La vostra filosofia coincide con quella della Regione? «Friulia condivide questa impostazione di massima. Ma non possiamo ancora definirlo un progetto. Per adesso c’è molta teoria e poca pratica: non abbiamo ancora visto un piano industriale. Probabilmente ci stanno lavorando». Cosa ne pensa dell’ingresso delle Fondazioni Crup e Carigo? «Se anche le Fondazioni decidono di intervenire in Mediocredito per generare quell’effetto leva di cui parlavo prima mi sembra una scelta condivisibile». Funzionano gli strumenti anticrisi messi in campo dalla Regione? «Lo sforzo è notevole e sicuramente quelli che stanno funzionando meglio sono il Frie e la concertazione agricola, dove come Bcc interveniamo direttamente. Molto buona, poi, è la cooperazione del mondo-Confidi. Stenta, invece, a funzionare lo smobilizzo crediti».